URANIO. IL CONSIGLIO DI STATO ANNULLA IL DINIEGO DELL’AMMINISTRAZIONE

IL CONSIGLIO DI STATO ANNULLA IL DINIEGO DELL’AMMINISTRAZIONE
Il caso trattato riguarda un giovane militare che dopo il rientro dalle missioni (Balcani e Poligono di Teulada ) si ammala di una patologia tumorale.
➡️ Il militare propone ricorso dinanzi al Tar Lazio chiedendo l’annullamento degli atti con i quali veniva respinta l’istanza per la concessione dell’equo indennizzo e dei pareri negativi del Comitato di Verifica per le Cause di Servizio.
➡️Dopo il decesso sono subentrati gli eredi.
Il Tribunale Amministrativo prendendo in considerazione le conclusioni negative dell’accertamento del Ctu non accoglie il ricorso.
➡️Avverso la sentenza viene proposto appello al massimo giudice amministrativo  che lo accoglie sulla base del consolidato indizio giurisprudenziale, dando quindi continuità alle numerose pronunce.

“L’Amministrazione non può neppure invocare, quale fattore ostativo al riconoscimento della propria responsabilità, la mancanza di una chiara evidenza scientifica circa il carattere oncogenetico dell’esposizione umana a residui di combustione di metalli pesanti, in primis DU: la prova liberatoria non può consistere semplicemente nell’invocare il fattore causale ignoto, ma deve spingersi sino a provare convincentemente il fattore causale fortuito, ossia quello specifico agente, non prevedibile e, comunque, non prevenibile, che ha provocato l’evento di danno.”