Il caso riguarda un Ufficiale dell’Esercito italiano in congedo che ha presentato un ricorso contro il Ministero della Difesa per ottenere il riconoscimento della sua leucemia come causa di servizio e l’equo indennizzo. L’ufficiale afferma di essere stato esposto a rischi durante missioni in Afghanistan, esercitazioni in Ungheria e poligoni italiani, inclusa l’esposizione a sostanze tossiche provenienti da munizioni esplose, compreso l’uranio impoverito.
Il Comitato di verifica delle cause di servizio ha respinto la dipendenza della malattia oncologica da causa di servizio, sostenendo che mancavano fattori specifici per causare una patologia neoplastica durante il servizio dell’ufficiale. Il Collegio giudicante ha criticato il Comitato per non aver considerato adeguatamente i rischi specifici a cui l’ufficiale Γ¨ stato esposto, evidenziando difetti nell’istruttoria e nella motivazione dei pareri.
Il Collegio ha accolto il ricorso dell’ufficiale, annullando le decisioni impugnate e ordinando al Ministero della Difesa di riesaminare il caso, tenendo conto dei rischi specifici ai quali Γ¨ stato esposto. Si sottolinea che il giudizio del Comitato deve basarsi su conoscenze scientifiche e esperienza tecnica, e che la prova del nesso causale non deve essere certa, ma probabilistica.