Il caso in esame riguarda un ufficiale della Marina deceduto, a cui è stato riconosciuto lo status di vittima del dovere a seguito di un ricorso presentato dalla vedova e madre dei suoi figli minori. L’ufficiale, in servizio attivo e con un’importante carriera operativa, era deceduto a causa di un carcinoma al pancreas. La ricorrente contestava il diniego di benefici assistenziali per i familiari, sostenendo che il decesso fosse riconducibile a condizioni di servizio.
L’avvocato difensore della ricorrente ha presentato prove adeguate, inclusa una consulenza tecnica, che dimostravano l’esposizione dell’ufficiale a rischi significativi durante le missioni, in particolare in contesti operativi caratterizzati da condizioni ambientali straordinarie. La Corte d’appello sez. Lavoro ha evidenziato che tali prove erano sufficienti per stabilire un nesso causale tra il servizio prestato e la malattia, confermando così la legittimità delle richieste della ricorrente.
Pertanto, è stato accolto l’appello, riconoscendo i diritti della ricorrente e dei figli a ricevere i benefici previsti dalla legge.